Dialoghi Florensi

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L’opera nasce dal desiderio di salvaguardare ciò che ancora miracolosamente persiste riguardo la figura dell’abate Gioacchino da Fiore, e di portare tra la gente il suo messaggio di amore e di libertà dello Spirito.

L’autore sceglie di utilizzare la forma del dialogo per rendere più immediatamente riconoscibili i principi basilari e il metodo di ricerca su cui poggia il pensiero gioachimita, tentando una ricostruzione psicologica dell’ansia e delle motivazioni dell’abate e dei suoi florensi.

Attento studioso Alfredo Prisco ha esposto alcune risultanze dei suoi studi sul pensiero e l’opera del monaco silano, consegnandoli alla forma letteraria del dialogo, nella quale ha trovato posto una ricostruzione, a tratti anche romanzata, dell’itinerario che Gioacchino seguì per arrivare definitivamente in Sila, dove fondò il Protocenobio a Fiore Vetere.

L’autore ha voluto, in tal modo, cercare di lanciare, per così dire, un ponte tra il mondo accademico e il lettore comune, che ritiene, purtroppo, ancora confinati in astruserie teologico-filosofiche il pensiero e le opere dell’abate silano, veramente rivoluzionari, invece, per il suo tempo.
Il taglio del presente lavoro, pur inserito nella forma letteraria del dialogo, è prettamente, invece, di natura scientifica, nel senso che l’autore ha cercato ed indicato precisi riscontri alla sua convinzione che l’abate nelle figure, nelle pietre e nelle parole ci abbia lasciato, specialmente attraverso il lavoro dei suoi successori, una precisa impronta numerologica, quasi un’ossessione del numero – rivelatore di metafisiche dimensioni – esaltata anche dalla presenza, meglio, dall’onnipresenza della proporzione aurea, così ben visibile e riscontrabile non solo nelle residue strutture del Protocenobio che gli scavi archeologici in località Fiore Vetere ci hanno restituito, non solo nell’abbazia costruita da Matteo, ma anche, in modo particolare, nelle figure del codice 255 A di Oxford e del Corsiniano 797, manoscritti molto precoci, che sembrano aver conservato intatta, quindi, l’originaria impostazione gioachimita.

Descrizione volume

f.to cm 24×16,5 , 168 pagine + copertina, illustrato